Chi è veramente scomparso a causa di queste cosiddette “crisi economiche”, e
con la botta finale di questa pandemia drammatica che in più di un anno ha
sterminato un seicentesimo della popolazione italiana, è l'individualismo e più
in generale il concetto di individuo.
Questo concetto che era tanto caro alla cosiddetta cultura edonistica degli
anni ‘80, un individualista che adorava godere della propria beatitudine
economica, della propria indipendenza morale, comportamentale e sentimentale, è
drammaticamente scomparso dopo che da una parte il neo comunismo capitalista Cinese
e dall'altra parte il turbocapitalismo occidentale lo hanno stritolato. Il "rocker" che incitava a vivere una vita spericolata ora ci redarguisce sul senso comune e della responsabilità di indossare la mascherina!
Perché se è vero che l'individuo è per sua stessa definizione puntiforme e
variabile nelle sue scelte, proprio per queste caratteristiche risulta
pericoloso per un ordine politico omologante come può essere il comunismo o,
dalla parte opposta, un capitalismo estremizzato che ha bisogno di vendere la
stessa qualità e quantità di ciarpame in tutto il mondo, con la minore
differenziazione possibile, in modo da poter abbattere sempre più le spese e centralizzare
sempre più la produzione in paesi che, guarda caso, sono quasi tutti (formalmente)
comunisti o socialisti.
Bizzarro che questo essere pericolosissimo, ovvero l'uomo individualista, sia
parimenti avversato dai culti religiosi, economici e anche dal comunismo! E, a
ben riflettere, l'essere individualista in effetti è un paradosso anche da un
punto di vista biologico perché, partendo proprio da un processo biologico,
dobbiamo considerare che per la specie vivente l’individuo è importante ma la
sopravvivenza della specie lo è molto di più.
In realtà, se approfondiamo solo un poco di più la nostra dissertazione, ci rendiamo
conto di una cosa molto importante, ovvero che la natura porta la specie a
differenziarsi in una miriade di individui, ognuno con delle variabili specifiche
e che possono portare addirittura alla creazione di specie che finiscono
persino per allontanarsi dalla specie di origine.
Questo in realtà è un processo
ben conosciuto nella biologia e nello studio dell'evoluzione, infatti sappiamo
grazie alla teoria delle catastrofi (René Tom) e alla scienza della complessità
(Ilya Prigogine), che una ricca differenziazione all’interno di ogni specie è
estremamente importante per difendersi dalle malattie e dai rischi di
estinzione; una popolazione molto omogenea (quindi con poche individualità che
si diversificano per comportamento o per caratteristiche genetiche) avrà una probabilità
estremamente maggiore di scomparire totalmente nel caso venga attaccata da una
patologia.
Questo possiamo verificarlo andando a guardare a ritroso la storia delle grandi
epidemie come la peste: buona parte della popolazione scompariva, ma si creava
anche una resistenza molto forte e molto efficace nella popolazione
sopravvissuta (ricordiamo i monatti ovvero coloro che andavano a portare via i
morti per peste, depredandoli dei loro averi, proprio perché erano già stati
colpiti dalla peste e ne erano sopravvissuti).
Chissà perché, poi, il virus si differenzia in un numero così alto di varianti!
In realtà nel virus, ancor più di noi umani, ogni unità individuale fa quasi
specie a se, apporta modifiche al suo stesso patrimonio genetico e può
condividerle con le generazioni a venire.
A ben pensare e a ben riflettere il concetto di individualismo è molto simile
anche al concetto di ego, che tante discipline religiose o spirituali vedono
come il nostro peggior nemico!
Non identificarsi nell'ego,
non essere nell'ego, levarsi dall'ego, ecc… Questa scelta piuttosto scellerata
ha portato grandi problemi e grande confusione a tutti coloro che si sono
rapportati con una ricerca spirituale personale e che hanno cercato
probabilmente di eliminare questa tremenda macchia che sarebbe l’ego, senza
riflettere che esso può essere, con buona pace di coloro che lo ritengono il
male assoluto, la chiave per raggiungere una consapevolezza profonda di sé.
Che cosa pensare poi, nell'ottica di un certo asservimento della cultura e
della “scienza”, all'articolo del Times di Charlie Warzel, che ci invita a non
affidarci troppo al pensiero critico individuale?
Concludendo:
Ciò che emerge da questo particolare
periodo storico e sociale è che sempre più necessario, per chi esercita il
potere, gestire una massa il più possibile omogenea ed il più possibile
manipolabile. Quindi, l’individuo solo, unico, con un pensiero critico ed
individuale, va eliminato.
Con la potenza mediatica del virologo televisivo, con il giornalista asservito,
con i leader politici “diversi ma simili” che si uniscono per il vero bene superiore:
la loro sopravvivenza politica ed il pensiero unico necessario per la gestione
globale.
Un'ultima considerazione per
quanto riguarda la ricerca scientifica: se una cosa ci hanno insegnato la
storia e l‘epistemologia è che i grandi balzi che la scienza ha effettuato nel
corso dei secoli, il più delle volte, e dipesa dalla capacità dell'individuo,
dal genio unico ed individuale (o dalla sua fortuna…) piuttosto che
dall'ampiezza e dalla consistenza della cosiddetta “comunità scientifica",
la quale è più concentrata nella gestione di uno status quo e
nell'implementazione della tecnologia a livello sociale e politico.
A questo punto, essendo entrati in un concetto VERAMENTE scientifico, è facile
fare previsioni: la grande parte di soggetti omologati incontrerà una
catastrofe che non potrà evitare (perché non ne ha i mezzi tecnici, genetici o
sociali), lasciando eventualmente l’intero pianeta ai pochi non omologati, che
faticheranno non poco a ricreare la situazione precedente, o avranno la fortuna
o l’intelligenza di creare una nuova società.
Buon Divertimento!

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